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Il Capitolo

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05A nord della Masseria “Pappaferi”, oltrepassata la Strada Provinciale per Francavilla Fontana, si trovano le campagne, per la maggior parte uliveti, della contrada “il Capitolo”.

Prima di descrivere l’antico fabbricato, riportiamo l’etimologia, tratta dal testo “Manduria. Tra Taranto e Capo d’Otranto. Etimo, mito e storia del territorio” di Giuseppe R. Coco (Manduria, Centro Culturale GS, 2009).

Il toponimo corrisponde all’italiano Capitolo, dal latino CAPITULUM ossia una parte di uno scritto di un libro. Capitolo è anche la parte di una legge, di un contratto e di tutti i patti scritti. Il Capitolo è pure il corpo dei canonici nelle chiese cattedrali e in questo speciale significato deriva dagli usi della vita monastica. Gli antichi monaci, infatti, avevano l’abitudine di leggere qualche Capitolo della Regola dopo la preghiera e prima del lavoro, perciò si chiamò Capitolo sia il luogo nel quale avveniva la lettura sia la congregazione dei monaci, poi la stessa cosa accadde anche per il corpo dei canonici. “Capitolo” potrebbe essere stato attribuito alla zona soltanto perché era di proprietà di una congregazione di monaci o di un corpo di canonici oppure perché fu l’oggetto di un particolare contratto, forse per riferirsi, in quest’ultimo caso, allo scambio di territorio che dovette avvenire tra Manduria e Oria, prima del 1730, e che riguardò queste terre e quelle della limitrofa masseria “Liprara” (Liber-ara), comprese in quella porzione di feudo di pertinenza del castello di Oria che gli Imperiale comprarono dalla Regia Camera nel 1575. L’uliveto ove è compreso il fabbricato, esteso oltre 20 ettari, appartiene ad un ente ecclesiastico.

Clicca per vedere lo slideshow.

Il fabbricato è posto al centro del fondo e vi si arriva percorrendo il tratturo interno che dalla provinciale si dirige verso est.

Colpisce subito all’occhio la facciata rivolta a ponente, scandita da tre arcate cieche, di cui solo quella più a nord ha una apertura che permette l’accesso al fabbricato.

Sulla facciata a sud, invece, due ampie aperture, permettono l’accesso ad altrettanti vani. La facciata rivolta a levante, invece, è caratterizzata da una apertura e da un corpo avanzato su cui spicca un comignolo in muratura, in parte diroccato. Un secondo comignolo, di notevoli dimensioni, è presente sul lato nord del fabbricato. La facciata rivolta a settentrione, invece, è cieca. Le precarie condizioni statiche dell’edificio e i tanti detriti che sono sparsi all’interno, non ci hanno permesso un’agevole visita, limitando la nostra osservazione ai soli vani che si affacciano all’estero. Possiamo però affermare che il fabbricato conta circa dieci ambienti ed un vano scala interno per accedere al lastrico solare.

Purtroppo, come già riportato innanzi, le condizioni statiche sono precarie, sia perché è in abbandono e sia perché, causa il suo stato, da anni alcuni grandi alberi di fico e di ulivo hanno trovato dimora nei rinfianchi delle volte, minacciandone il crollo, specie in corrispondenza dell’angolo a sud est e dell’arcata destra. Non ultimo, anche le copiose infiltrazioni nelle volte contribuiscono al degrado dell’edificio.

Realizzato interamente in blocchi di tufo, è costituito da murature portanti e volte tradizionali, privo di rifiniture interne ed esterne e di infissi.

Coordinate GPS

Lat. 40° 27’ 28.0” N

Long. 17° 36’ 56.0” E

Per arrivarci:

Si percorre la Strada Provinciale 54 direzione Francavilla Fontana per circa 5,7 km. Il fabbricato si trova all’interno dell’uliveto, sul lato destro della strada.

Emilio Distratis

 

 

Avvertenze:

Progetto grafico ed impaginazione di testi e foto, sono di esclusiva proprietà dell’autore. Ogni riproduzione, anche parziale, deve essere preventivamente autorizzata dall’autore stesso.

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