



“Il cimitero dei colerosi sorse in contrada “La Pigna”, e fu improvvisato. Nella relazione al Consiglio, cessata l’epidemia, l’assessore Filantropo Schiavoni faceva <<calde preghiere affinchè sia al più presto provveduto per l’innalzamento di un muro di cinta al cimitero colerico, e di una cappella in memoria di quei poveri estinti>>. Il muro di cinta fu elevato ed ora è in parte diroccato,la cappella non fu mai eretta. Ora quel sacro terreno è ridotto ludibrio, poiché vi pascolano le bestie. E nessun amministratore ha saputo mai occuparsene.”
(da M. Greco, Il colera del 1886 in Manduria in alcuni episodi del Satana innamorato” di Giuseppe Gigli in “La Torretta” del 14/2/1926).
A quasi un secolo da quando è stata pubblicata, purtroppo, questa nota descrive una situazione quanto mai attuale. Nulla è cambiato perché nessuno ha mai preso a cuore questa realtà, che segna, comunque, una triste pagina della storia di Manduria e dell’intero circondario.
La rubrica di oggi, tratta il Cimitero Vecchio (così come è riportato nelle mappe catastali), o Cimitero della contrada Pigna.
Lasciata la strada comunale vecchia Manduria –Lecce, imbocchiamo un tratturo che si dirige a nord. A meno di cento metri, sulla destra è ubicato il vecchio cimitero. È costituito da un campo incolto, posto su una lieve altura, con il recinto in blocchi di tufo, oramai diroccato e che si presenta con forma quasi rettangolare in senso est-ovest, di lunghezza circa 200 mt e una larghezza media di 30 mt. Raccoglie i resti mortali delle oltre 300 vittime colpite dall’epidemia del colera che si abbattè in tutto il Salento da luglio a settembre del 1886. Tutti i fatti accaduti in occasione dell’episodio colerico, sono descritti nel libro di Carmelo Schiavoni “IL CHOLERA A MANDURIA, cronaca e maldicenza”, ristampa a cura di Fulvio Filo Schiavoni (Tiemme – Industria grafica, Manduria, luglio 2007).
Sorse, questo cimitero, perché le poche fosse esistenti all’interno del cimitero vicino la Chiesa di Sant’Antonio, si esaurirono ben presto.
È ubicato a sud della “Casina Pigna” e nel Fg. 203 della Carta d’Italia del 1874 è indicato il toponimo “Cimitero ti la Pigna”.
Il progetto del cimitero, purtroppo non trovò compimento, né, tantomeno, la citata cappella indicata dal Greco nella sua relazione.
Oggi, del muro di cinta, rimane ben poco. La recinzione, infatti, in più punti è ridotta a poche file di tufi, in altri è attaccata da rovi e piante spontanee. Rimane in piedi, solo un tratto di muro, su cui, è riportata la scritta “ 1886 / Paolo Mo / scoggiuri ”.
Coordinate GPS
Lat. 40° 23’ 39.0” N
Long. 17° 40’ 51.0” E
Per arrivarci:
Dalla Strada Statale 7 ter – innesto con la Strada Provinciale 143, direzione Avetrana per circa 1,600 km. Si svolta a sinistra percorrendo la vecchia Manduria – Lecce, per circa 1,000 km, sino al tratturo posto sulla sinistra.
L’edicola è sul lato sinistro della strada, all’incrocio con la vicinale Monte La Conca.
Emilio Distratis
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